Il credito d’imposta sui canoni di locazione di immobili a uso non abitativo e di affitto d’azienda, di cui all’art. 28 del DL 34/2020, il cosiddetto “Decreto Rilancio”, compete ai soggetti esercenti attività economica, ma a condizione che nel mese di riferimento abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente.
A seguito della conversione del decreto, la condizione ha subito due deroghe, per:
– i soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019;
– i “soggetti che, a far data dall’insorgenza dell’evento calamitoso, hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di comuni colpiti dai predetti eventi i cui stati di emergenza erano ancora in atto alla data di dichiarazione dello stato di emergenza da COVID-19” (31 gennaio 2020).
E’ la medesima deroga già prevista per il contributo a fondo perduto.
In tal senso l’Agenzia Entrate, in merito al contributo a fondo perduto, aveva chiarito che la deroga alla condizione del calo del fatturato implica la presenza dei seguenti elementi:
– il soggetto che intende accedere al credito deve avere il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio di Comuni colpiti da un evento calamitoso;
– gli stati di emergenza dovevano essere ancora in atto alla data del 31 gennaio 2020 (data di dichiarazione dello stato di emergenza COVID-19);
– il domicilio fiscale o la sede operativa fiscale dovevano essere stabilite in tali luoghi, a far data dall’insorgenza dell’originario evento calamitoso.
Per individuare i Comuni interessati occorre ricercare le “apposite ordinanze commissariali”; ciò non è semplice e richiede un attento esame da parte dei contribuenti. Non esiste un elenco “ufficiale” cui fare riferimento.
FNC e CNDCEC, che già avevano fornito una prima analisi con riferimento al contributo a fondo perduto, hanno ora affrontato la tematica con specifico riferimento al credito locazioni con il documento di ricerca pubblicato l’8 ottobre 2020, in cui viene stilato un elenco dettagliato degli eventi calamitosi per i quali, al 31 gennaio 2020, era in essere lo “stato di emergenza” e che, quindi, possono assumere rilievo ai fini di individuare una specifica “ordinanza commissariale” che abbia interessato il singolo Comune.